Non è una novità che la situazione ambientale a livello globale sia critica. I cambiamenti climatici, con l’aumento delle temperature, stanno portando effetti negativi sugli ecosistemi, ma anche sull’economia mondiale e sulla salute delle persone. Un mutamento delle abitudini verso comportamenti più virtuosi si è rivelato necessario negli ultimi anni. Si è capito che un’inversione di marcia possa avvenire dal basso, da ogni cittadino del Pianeta Terra, a partire anche dalla scelta dell’auto.
Tra gli indiziati dell’aumento delle emissioni di CO2 c’è sempre il motore diesel, considerato il più inquinante nella motorizzazione. L’argomento è delicato e tocca nel profondo quelle grandi aziende automobilistiche che hanno fatto del motore diesel il loro punto di forza (il mercato delle auto diesel conta più di 3 milioni di lavoratori e le attuali restrizioni anche dettate dalla poca conoscenza del funzionamento dei motori svaluta molto le auto a gasolio. Un bel problema per l’industria automobilistica). Il gasolio è infatti più economico, i consumi sono minori del benzina in 100 km e, oltretutto, le auto all’acquisto generano più profitti per i marchi costruttori.
Da qualche anno ormai, per garantire minori emissioni di anidride carbonica e polveri sottili, i maggiori marchi di auto hanno studiato dei motori diesel più puliti. Queste nuove tecnologie mirano essenzialmente a emissioni di ossidi di azoto, i famosi NOx, inferiori ai 120 milligrammi/km. Secondo recenti studi, invece, i nuovissimi motori diesel riescono a emettere addirittura una quantità di NOx minore anche fino al 90% rispetto al limite. Insomma, queste sostanze di scarto, nei casi più virtuosi, sono addirittura insignificanti tanto le loro dosi sono ridotte.
Stesso discorso vale per il PM che indica lo spessore delle polveri sottili. Grazie ai moderni filtri antiparticolato, i nuovi motori diesel sono in grado di emettere una porzione davvero risibile di polveri sottili, che diventano quasi difficili da misurare. Oggi ci sono addirittura modelli di auto che, nei test in città, rivelano di fornire un impatto sull’ambiente quasi irrisorio, portando addirittura a sostenere che le auto diesel siano colpevoli solo dell’1% dell’inquinamento delle città. Il resto è responsabilità di riscaldamenti, emissioni di aziende, allevamento intensivo ecc.
L’obiettivo delle case costruttrici di automobili, nonostante l’impatto relativamente basso dei trasporti, è oggi quello di avvicinarsi al cosiddetto impatto quasi zero sulla qualità dell’aria e la strada non è lontana. Ci sono infatti esempi virtuosi che dimostrano come la moderna ingegneria automobilistica possa offrire prestazioni elevate, ma anche motori rispettosi dell’ambiente e affidabili. E’ questo il caso della famosa casa tedesca Audi.
Il motore diesel pulito secondo Audi
Audi introduce nuovi sistemi di trattamento dei gas di scarico, come il catalizzatore a ossidazione posto in prossimità del motore, in grado di raccogliere gli ossidi di azoto, tant’è vero che le auto di ultima generazione del marchio rientrano tra quelle meritevoli di incentivi statali antinquinamento.
I nuovi motori V6 TDI sono arricchiti dalla tecnologia twin dosing, il sistema di contenimento delle emissioni di CO2 ideato da Volkswagen. Nei propulsori TFSI viene aggiunto un particolare filtro antiparticolato che abbatte le emissioni di polveri sottili al 90% inferiori rispetto al limite consentito. Questo funziona anche in circostanze sfavorevoli per il contenimento dell’inquinamento e nei diversi assetti di guida.udi, infatti, vuole mantenere le prestazioni elevate delle sue auto pur contenendo emissioni e consumi.
Il nuovo SUV della casa con i quattro anelli, il Q2, può abbattere i consumi fino al 20% in più rispetto al modello precedente con motore TDI 1.6, a fronte di un incremento della coppia di 50 Nm. Permane nei nuovi motori la tecnologia AdBlue, additivo in grado di trasformarsi in ammoniaca e reagire con i NOx, mutandoli in azoto e acqua.
Audi è certamente un esempio del futuro del diesel nel mondo, anche se qualcuno prevede la sua scomparsa già nei prossimi dieci anni. Ciò che è certo, al di là delle stime probabilistiche, è il grande passo avanti che queste case costruttrici stanno adottando per permettere al diesel di sopravvivere e dimostrare le sue grandi potenzialità.